Nel 1863 sette giovani torinesi che da alcuni anni remavano sul Po a bordo di pesanti barche decisero di darsi un’organizzazione più stabile. Fondarono così la Società dei Canottieri Cerea; “cerea” era il classico saluto piemontese che i vogatori si scambiavano quando si incontravano nel corso delle gite in barca; la sede era costituita dalla tettoia di un barcaiolo. Telesforo Forno fu il primo Presidente della Società. (foto a dx)
La Cerea è, dopo la Canottieri Limite, il più antico club remiero in Italia, ma il più longevo svolgendo ininterrottamente dal 1863 attività sportiva e ricreativa. Il ricchissimo archivio sociale contiene documenti e corrispondenza che consentono di ricostruire la vita e le attività del club, ma anche la crescita organizzativa del canottaggio italiano.
Il 12 luglio 1868 la Cerea si costituì formalmente in associazione avanti al Notaio Marietti al fine di ottenere dal Comune di Torino il terreno su cui, nello stesso 1868, fu edificata la prima vera sede con una spesa complessiva di 8.150 Lire. La sede attuale risale invece al 1886. Lo Statuto, in seguito adottato da molte società che venivano via via costituite in tutta Italia, imponeva ai soci rigore morale, disciplina e serietà negli allenamenti.
La Cerea crebbe rapidamente ed i suoi soci si impegnarono in lunghissimi raids: nel 1868 una barca a quatto vogatori in soli cinque giorni, percorse per la prima volta il Po da Torino a Venezia, anche per celebrare la riunione di Venezia all’Italia; l’anno successivo gli stessi canottieri discesero il Po fino alla foce del Ticino, lo risalirono e circumnavigarono il Lago Maggiore; il percorso Torino-Venezia fu ripetuto nel 1887 in jole a 2 e nel 1889 su canoe con la presenza di un timoniere. Ma, anticipando i tempi, il raid più stupefacente e mai più ripetuto fu quello compiuto nel 1928 dalla jole a sei appositamente costruita e chiamata Piemonte: cinque soci Cerea, uno dell’Armida ed uno della Caprera discesero il Po, l’Adriatico, lo Ionio, risalirono il Tirreno e poi il Tevere fino a Roma, percorrendo un totale di 3.600 km in 55 giorni. (foto in alto rappresenta soci canottieri nel 1875)
I canottieri Cerea dedicarono molti sforzi anche al canottaggio agonistico, e per parecchi decenni essi furono all’avanguardia per la tecnica e per gli scafi utilizzati. Già nel 1875 ordinarono alla inglese W. Biffen & Sons una lancia di cedro con sedili scorrevoli, in pratica una jole gig, che fu la prima barca da corsa introdotta in Italia.
Altre ne seguirono, già nel 1892 la Cerea acquistò un otto outtriger dal cantiere Dossunet di Parigi ed un secondo, ancora conservato in società, fu comprato nel 1897. L’acquisto di barche così sofisticate per l’epoca dipese anche dal fatto che la Cerea, dal 1890, assunse allenatori stranieri provenienti da nazioni ben più avanzate dell’Italia nella tecnica remiera: i francesi Séguin, Lambert e del Tour e il belga M. Varden Waerden garantirono agli atleti Cerea successi nazionali ed internazionali fino allo scoppio del primo conflitto mondiale.
I soci della Cerea si preoccuparono anche di dare al nuovo sport del canottaggio un’organizzazione stabile ed estesa; già nel 1885 la Cerea fu tra i soci fondatori dello Yacht Club Italiano, da cui presto uscì perché troppo divergenti erano gli interessi di velisti e canottieri. La Cerea propugnò allora la costituzione di una federazione di tutte le società di canottaggio ed a Torino, nel 1888, fu tra i promotori e fondatori del Regio Rowing Club Italiano, la futura Federazione Italiana Canottaggio e ancora, nel 1892, della Fédération Internationale des Sociétés d’Aviron (FISA). La prima guerra mondiale sconvolse anche la vita della Cerea, ma già nel 1920 la società ritrovò pieno vigore, i soci tornarono ad essere numerosi e gli atleti vinsero nuovi titoli di campionato. E’ del 1925, ad opera del Re d’Italia Vittorio Emanuele III, l’autorizzazione a fregiarsi del titolo di Reale e ad inserire, nello stemma, la corona. (foto a dx rappresenta la terrazza Cerea)
In quegli anni i locali affacciati sul Po ospitarono feste, manifestazioni di beneficenza e riunioni conviviali. Anche la seconda guerra mondiale portò al sostanziale abbandono dell’attività sportiva, e la ripresa non fu questa volta facile e rapida come nel 1919. Il progressivo inquinamento del Po, la motorizzazione e le gite domenicali in auto causarono il declino della vita sociale e dell’attività sportiva che precluse i risultati raggiunti in passato. I festeggiamenti in occasione del centenario di vita del 1963, così come il conferimento della Stella d’Oro al merito sportivo vivacizzarono un periodo poco felice della lunga storia sociale. (foto in basso rappresenta la Torino-Londra 1975)
Dalla fine degli anni ‘60 un nucleo inizialmente piccolo di veterani riprese però a gareggiare sui campi di tutta Europa: dal 1972, numerosi equipaggi Cerea parteciparono alla Head of the River, alla Vogalonga, fino al raid Torino-Londra del 1975, con 1600 km percorsi attraverso i fiumi di tutta Europa coperti in 25 giorni di impegno.
La ripresa della società e il progressivo aumento dei soci ha comportato anche un ritorno all’agonismo di buon livello: numerosi titoli italiani vinti negli anni ‘80, la costante presenza Cerea alle competizioni, la partecipazione di atleti Cerea ai campionati del Mondo in maglia azzurra testimoniano la serietà dell’impegno agonistico della Cerea. Ma anche la frequentazione di soci veterani era ed è tale per cui la pur piccola Cerea, oggi completamente rinnovata nelle strutture e nelle imbarcazioni, è la società italiana con il più alto numero di soci master tesserati alla Federazione.
Nel 2008 la Cerea viene insignita del Collare d’Oro al merito sportivo quale società sportiva ultracentenaria.
Il 2012 è un anno di successi, sociali con il raid Torino-Londra in occasione delle Olimpiadi tenutesi nella capitale Britannica, e la vittoria di 2 titoli mondiali che traghettano la Società verso il suo 150° compleanno.Tele
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